Motta out: la Juve cambia rotta prima ancora di salpare

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno: Thiago Motta non sarà l’allenatore della Juventus nella prossima stagione. Un divorzio improvviso, anticipato, che lascia più domande che risposte. Proprio quando tutto sembrava pronto per aprire un nuovo ciclo, la Vecchia Signora cambia rotta. Di nuovo.

E allora viene spontaneo chiedersi: cos’è successo davvero tra Motta e la Juve?

Un progetto abortito prima del via

Dopo il caos Allegri, la tifoseria bianconera sembrava aver trovato nuova linfa nella figura di Motta. Giovane, ambizioso, con un’idea di gioco moderna e una stagione clamorosa al Bologna. Aveva tutto per incarnare la rifondazione juventina. E invece, a quanto pare, qualcosa si è rotto. O forse non è mai davvero cominciato.

Le voci parlano di divergenze profonde sul mercato, sulla gestione dello spogliatoio e sul ruolo decisionale dell’allenatore. Motta voleva garanzie tecniche, un progetto costruito su misura, la possibilità di incidere. La Juve, invece, avrebbe preferito un tecnico più “aziendalista”, pronto a lavorare con quello che passa la casa. Un déjà-vu?

Questione di stile

La Juventus si trova di nuovo in bilico tra tradizione e rivoluzione. Con Motta avrebbe potuto intraprendere un cammino simile a quello del Milan con Pioli post-Rangnick: un’identità chiara, giovani valorizzati, gioco propositivo. Ma forse a Torino non c’è ancora il coraggio – o la convinzione – di affidarsi completamente a questa visione.

Alcuni parlano anche di problemi relazionali: personalità forti, caratteri diversi, poca chimica. E in un club come la Juve, dove la pressione è costante e le aspettative enormi, questo può bastare per far saltare il banco.

E adesso?

La domanda è una sola: chi prenderà il posto di Motta? Si fanno già nomi: da Conte a De Zerbi, da Tudor a Palladino. Ma ogni nome porta con sé una filosofia diversa, un’idea di calcio e gestione agli antipodi.

Nel frattempo, i tifosi sono spiazzati. Ancora una volta si parla di ripartenza, ma senza sapere da dove si parte davvero. I giovani lanciati? I big da cedere? La Champions da onorare? Tutto resta sospeso.

Un’occasione persa?

In molti vedono in questo addio una grande occasione mancata. Motta rappresentava un ponte verso il futuro, un allenatore in crescita, capace di dare una nuova anima a una squadra che da troppi anni vive di confusione tattica e decisioni a breve termine.

Ma forse è proprio questo il punto: la Juve non è ancora pronta per il futuro. O, semplicemente, non ha ancora capito quale futuro vuole.

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